





Metaformismo.
L’onticità della forma nell’arte non-figurativa
con un saggio di Stefano Zecchi
CODICE ISBN : 979 12 210 3445 5
Questa indagine sulla «forma» si è protratta per anni, condensando gli studi e le esperienze sul campo dello storico dell’arte Giulia Sillato, che dal 1997 ha scelto di essere attiva su due fronti - uno teorico e uno pratico - contemporaneamente: da un lato lo studio dell’Arte come Forma e la ricerca delle relative espressività; dall’altro la sperimentazione in campo diretto con eventi d’arte contemporanea appositamente creati per entrare in luoghi di prestigio storico e con questi potersi confrontare. Gli eventi, da lei stessa ideati e curati nella realizzazione, sono stati e sono manifestazioni di un preciso progetto mentale, inteso a indagare sull’attendibilità delle proclamate dichiarazioni di guerra al passato, firmate dalle falangi artistiche del primo Novecento, tutte non-figurative, tutte individuabili con originali appellativi che regolarmente terminano in -ismo (Astrattismo, Cubismo, Futurismo e infiniti altri), tutte intramontabili e tutte sopravvissute con ampiezza ai giorni nostri.
Lo storico, in sostanza, non crede in uno stacco netto all’interno della storia del Novecento, ma crede in una naturale evoluzione e trasformazione dei modi espressivi da un periodo all’altro, magari questa volta un po’ più brusca delle volte precedenti, ma anche più risolutiva. E pertanto ha voluto cercare un nesso tra antico e moderno, tra passato e presente, un legame sotterraneo tra le «forme» intese come «figure» e le «forme» intese come «non-figure», ossia le «forme» assolute. Adeguando opere d’arte non-figurativa a un contesto antico [esperienza resa possibile dalle grandi mostre realizzate] è riuscita a cogliere le sotterranee sinergie e soprattutto le reciproche relazioni visive tra il figurativo [contesto antico] e il non-figurativo [opere esposte], giungendo alla sconvolgente scoperta che il periodo storico attuale si lega artisticamente a tutte le epoche del passato attraverso la «forma». La «forma» è l’anello della catena evolutiva ed è quindi il trait d’union tra il passato e il presente. Nasce quindi il Metaformismo©.
Si entra dunque in merito alla struttura stessa della «forma» per tentare di coglierne le naturali flessibilità metamorfiche che hanno favorito la complessa fenomenologia delle cosiddette «Avanguardie» artistiche del Novecento, rimaste esemplari per le generazioni successive sino ad oggi. L’indagine ha sollevato alcuni interrogativi ai quali Giulia Sillato ha cercato di dare delle risposte e che sono stati rapidamente colti in da Stefano Zecchi, presente in questo lavoro editoriale con un saggio mirato a far valere l’importanza dell’orientamento critico goethiano, pur esso radicato nel concetto di «forma», sebbene questa abbia sapore più scientifico. E come Goethe - di cui il filosofo veneziano è il traduttore storico - sente di introdurre il sempre vivo dibattito tra sentimento (la storia) e ragione (la scienza), temi affatto estranei alla questione centrale della Monografia, nella misura in cui la scelta di una strada piuttosto che di un’altra è determinante ai fini della genesi artistica.
Laureata a pieni voti all’Università degli Studi Federico II di Napoli con Ferdinando Bologna, allievo di Roberto Longhi, entra come docente di cattedra negli Istituti di indirizzo artistico e successivamente nell’Accademia di Belle Arti di Verona. Collabora alla grande mostra dei Celti a Palazzo Grassi di Venezia, curando alcune schede del catalogo, e progetta un’imponente rassegna di mobili antichi conservati nei musei di tutta Italia. Nel 1994 decide di dedicare la sua professionalità all’arte contemporanea, che diventerà in breve il tema costante della sua ricerca, scelta che le costerà la dolorosa rinuncia all’invito di Federico Zeri a raggiungerlo a Roma per curare le grandi mostre alle Scuderie del Quirinale. Aveva già iniziato, infatti, a progettare una serie di rassegne d’arte contemporanea in antichi contesti architettonici antichi, attraverso cui acquisire gli elementi indispensabili a sviluppare una nuova teorica di rinsaldamento del presente al passato. Il ciclo delle «Antiche Dimore» le consentirà di verificare sul campo il possibile nesso semantico tra «antico» e «moderno». Sono queste le premesse del «Metaformismo», presentato per la prima volta nel 2010 al Palazzo Ducale di Urbino con catalogo edito da Mazzotta.
Giulia Sillato
Stefano Zecchi, ex professore ordinario di Estetica, ha ricoperto vari importanti incarichi, tra i quali: presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera; rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione presso l’UNESCO per la tutele dei Beni Immateriali; consigliere comunale a Venezia e assessore alla Cultura a Milano; consigliere d’amministrazione del MAXXI di Roma. Dopo avere frequentato l’Università degli Studi di Milano con la guida di Enzo Paci, conseguita la laurea con una tesi su Edmund Husserl, inizia la propria carriera accademica prima a Milano e poi a Padova, dove diventa assistente di Dino Formaggio nella cattedra di Filoso a teoretica. Nel 1984 diventa professore ordinario di Estetica all’Università degli Studi di Milano e dal 1988 inizia a partecipare al «Maurizio Costanzo Show»: sarà molto criticato per questa scelta, essendo uno dei primi intellettuali a mostrarsi in televisione. Numerosissime le sue pubblicazioni in merito a filosofia, storia e arte.
Stefano Zecchi



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